Chiudetela! La discarica dei veleni e dei soldi per tutti.
Dovevano pensarci Le Iene a rendere grottesca la vicenda della discarica di Tiritì, col suo carico infinito di veleni, denaro, prebende, amici degli amici.
La “promessa” dell’Assessore Contraffatto di chiuderla entro aprile (di quale anno?), e la sua faccia a fine servizio, spiegano meglio di un libro aperto quale miscela di improvvisazione, malafede e forti interessi ruotino intorno a un mostro ambientale di queste dimensioni. E’ impossibile trovare un responsabile per quanto accaduto negli anni, perché il fiume di denaro è tale da poter comprare qualsiasi cosa: anime, coscienza, diritto, salute. Anche taluni paladini anti-discarica, “autoassolti” come spesso accade quando il tempo cancella i ricordi, farebbero bene a cercare nei propri cassetti di amministratori ultradecennali le delibere di somma urgenza, le autorizzazioni temporanee, le strette di mano che in Sicilia diventano firme sotto un contratto che per molti significa la morte, fisica e civile.
Dino Giarrusso, con il supporto di alcuni misterbianchesi in buona fede e sempre coerenti, ha reso popolare quello che a Misterbianco sapevano, e sanno, anche le pietre: quella discarica ha agito oltre la legge, facendosi beffe di norme giuridiche e sanitarie, rendendo possibile l’inimmaginabile. Non sapremo mai quali e quante porcherie siano state sversate nel terreno, quali e quanti rifiuti tossici, pericolosi, radioattivi abbiano ammorbato la terra, l’acqua, la vita dei misterbianchesi: quel che è certo è che la situazione igienico-sanitaria del paese è ben oltre il livello di guardia e non può essere nessuna perizia a dircelo, perché le perizie, purtroppo, si comprano come qualsiasi altra cosa.
A Misterbianco servirebbe una Commissione indipendente, fatta da studiosi internazionali, paracadutati a Tiritì senza che nessuno, ma proprio nessuno, possa offrire loro neppure un caffè: loro potrebbero dirci come “provare” a bonificare il mostro e da cosa bonificarlo. A patto che non restino più di ventiquattr’ore sul nostro territorio.
Aspettiamo maggio, mandando in loop la dichiarazione “avventata” dell’assessore Contraffatto, magistrato prima che politico, quando l’ineffabile Crocetta si trincererà ancora dietro la parola “emergenza” per potersi accomodare nel girone degli ignavi.
A maggio sarà ancora colpa della burocrazia: quella stessa che con l’aiuto (si fa per dire) dei Commissari miliardari, a giudicare dai loro compensi, non si sta preoccupando neppure di capire che fine faranno, in caso di chiusura, i tanti dipendenti che negli anni hanno trovato lavoro nel cuore di quel mostro, buoni solo per essere agitati come spauracchio quando la parola “chiusura” fa capolino fra quelle “proroga” e “emergenza”.
Qui l’emergenza vera è una sola, quella igienico-sanitaria che sta uccidendo tanti misterbianchesi e ipotecando il futuro delle loro famiglie: tutti gli altri conti, chiunque sia coinvolto con opere o omissioni in questa vicenda squallida, ci auguriamo possa farli con la propria coscienza e con il proprio Dio, ammesso ne abbia uno.
Per adesso possiamo dire solo una parola, chiara e inequivocabile: chiudetela, e subito.
VIDEO: GUARDA LA PUNTATA CON LA IENA GIARRUSSO ALLA DISCARICA DI MISTERBIANCO
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