All’armi siam leghisti: un misterbianchese racconta il fenomeno Salvini

Antonio Rapisarda è misterbianchese, senza se e senza ma.

Un giornalista residente nei luoghi del cuore, apolide per necessità, innamorato come pochi delle proprie radici e della propria storia. Questa miscela di radici, tradizione, modernità e comunicazione è anche il filo conduttore del suo “All’armi siam leghisti”, vera e propria opera prima del giornalista de “Il Tempo” e “Panorama”, dopo una pubblicazione dedicata alla storia del quotidiano del Movimento Sociale Italiano, il “Secolo d’Italia”.

Solo chi vive sulla propria pelle lo sradicamento può raccontare con tanta lucidità una storia che parla di identità: lo fa mettendo insieme gli anelli della catena del “fenomeno Salvini“, prima ancora che della Lega, presentandolo come fattore unificante per vasti ambienti della diaspora della destra italiana, collante indigesto ma necessario per saldare istanze molto presenti nella società italiana: l’euroscetticismo frutto delle follie economiciste di Bruxelles, la critica da destra a una immigrazione fuori controllo e funzionale ai grandi centri di potere, la voglia di movimentismo proveniente da ambienti poco affascinati dal qualunquismo populista a cinque stelle.

La solita destra diffusa, e un po’ confusa, che Antonio conosce bene e che oggi studia da giornalista appassionato e curioso. Per chi non lo avesse già fatto, “All’armi siam leghisti” è un libro da leggere a tutti i costi.

L’analisi di Rapisarda è circostanziata, precisa e, condivisibile o meno, realistica: nel deserto lasciato dai “capoccia” della destra “pascola” e cresce un ragazzotto leghista con le idee chiare, un linguaggio diretto e una comunicazione studiata ed efficace. L’autore non manca di lasciar trasparire una certa ammirazione per questo percorso, senza per questo deragliare dalla ricostruzione giornalistica minuziosa e coerente del variegato mondo che ruota intorno a Matteo Salvini, dai “fascisti immaginari” di Casa Pound agli intellettuali disorganici alla Massimo Fini e Pietrangelo Buttafuoco.

P.S. Antonio Rapisarda ha accettato di collaborare con Misterbianco 3.0. Ne siamolieti e per tutta la Redazione è un piacere e un onore annoverare la sua prestigiosa firma fra quelle che vogliono dare un contributo a Misterbianco e, si spera, alla sua rinascita.

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Paolo Di Caro
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Paolo Di Caro

Classe 1972, Misterbianchese, giornalista, manager pubblico, Sommelier master class. Da due anni, vista la crisi del teatro, anche attore amatoriale. Ex runner con l'artrosi, appassionato di Dylan Dog e Corto Maltese. Per invidia. Il Bilbo Baggins che era in lui è partito, Frodo non ha più l'Anello e anche Gandalf non è che si senta benissimo. A parte questo, non molla mai.

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