Campanarazzu, la prima Messa dopo 347 anni Una data da ricordare, fra identità e memoria

Tre luglio 2016: una data da scrivere in rilievo sulla pietra bianca della Chiesa Madre di Campanarazzu.

Dopo 347 anni e fiumi di lava, distruzione, esodo, ritrovamenti e sbancamenti, il luogo caro ai Misterbianchesi si riempie della luce di Dio, con una celebrazione eucaristica emozionante e carica di significato, testimonianza della “nuova vita” del sito archeologico frutto della caparbietà di tanti cittadini desiderosi di tirare fuori dall’oblio un simbolo della Misterbianco che non c’è più.

E’ l’emozione che rompe la voce di Padre Condorelli quando apre la celebrazione davanti ai tantissimi che hanno deciso di sfidare il caldo afoso di questa domenica, pur di non perdere un appuntamento con la storia; è l’emozione degli “anziani”, quelli che avevano udito dai padri e dai nonni i racconti tramandati di generazione in generazione su questa chiesa sepolta dalla lava, per molti di loro luogo di gioco, curiosando fra gli anfratti e le pieghe della lava che lasciavano intravedere che qualcosa avesse resistito; è l’emozione dei “giovani” quando si accorgono che ci sono fili da riannodare anche nelle loro storie familiari, un album di famiglia da sfogliare popolato anche dagli abitanti di quella Misterbianco raccontata, fra gli altri, dagli attori di “Storia di Fidi, di Focu e d’Amuri” al Teatro Mandela.

E’ l’emozione di chi ha iniziato la giornata con la visita guidata del sito, ha fatto a gara per aver l’annullo filatelico di Campanarazzu e ha seguito al tramonto il concerto del Coro Monasterium Album e del coro della Leonardo da Vinci, diretti dal maestro Pippo Caruso, con al pianoforte il Maestro Ninni Spina e la voce solista del tenore Giuseppe Valentino Buzza; esecuzione conclusa con la suggestiva “Cantata” a Maria Santissima degli Ammalati, espressione più alta del sentimento religioso della festa “settembrina”.

La prima messa a Campanarazzu è la festa di una Comunità intera, come ha precisato il Parroco.

Ora l’interrogativo resta sempre lo stesso: dove reperire i fondi per completare i lavori di scavo?

Come avviare il percorso di fruizione turistica, dopo il Corso per le Guide, assecondando la vocazione di uno scavo unico al mondo per caratteristiche e modalità?

Come sostenere il lavoro della Fondazione Monasterium Album, pensando al contempo a una gestione manageriale di un bene che potrebbe diventare, ammesso che non lo sia già, patrimonio dell’umanità?

Sono tutti interrogativi ai quali Misterbianco, sia sul piano istituzionale che culturale, è chiamata a dare presto una risposta, per non vanificare il lavoro fatto in questi anni e proiettare Campanarazzu nel futuro, dopo che la furia devastante della natura l’ha condannata all’oblio per quasi quattrocento anni.

La prima Messa è un segnale importante di rinascita: adesso tocca agli uomini dare segnali perché il “miracolo” della Chiesa risorta dalla lava non resti il gesto di buona volontà di pochi e isolati misterbianchesi.

 

La “Cantata” eseguita dal tenore Buzza e dal coro Monasterium Album

Paolo Di Caro
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Paolo Di Caro

Classe 1972, Misterbianchese, giornalista, manager pubblico, Sommelier master class. Da due anni, vista la crisi del teatro, anche attore amatoriale. Ex runner con l'artrosi, appassionato di Dylan Dog e Corto Maltese. Per invidia. Il Bilbo Baggins che era in lui è partito, Frodo non ha più l'Anello e anche Gandalf non è che si senta benissimo. A parte questo, non molla mai.

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