Depuratore, i consiglieri: “Si paga un servizio che non c’è”. Il Comune: “A metà, ma funziona”. E intanto venerdì c'è stato un sopralluogo del Corpo Forestale regionale. Mentre la frana si sta mangiando altre strutture
La ‘linea fanghi’ è invasa dalla frana. La vasca di denitrificazione perde liquami. Ma nel complesso, per il Comune, funziona. Il depuratore consortile di contrada Cubba è ancora al centro di un contrasto tra consiglieri comunali e amministrazione comunale.
Lunedì mattina, la V commissione consiliare ‘Bilancio’ ha tenuto una ‘seduta itinerante’ nella sede dell’impianto, per ribadire che i cittadini misterbianchesi pagano un servizio che al momento non viene garantito. I consiglieri hanno ribadito le denunce fatte giorni fa, dopo aver scoperto che l’ultima vasca del depuratore ha delle perdite. Quest’ultimo evento, venerdì 28 ottobre, ha comportato anche un sopralluogo della Forestale.
Tra frane e perdite che sta succedendo al depuratore? È possibile che in tali condizioni funzioni? Ed è legittimo far pagare ai cittadini serviti dalle fognature una tariffa, seppur ridotta, per un servizio che non può essere garantito adeguatamente? E quanto costa per un privato cittadino un allaccio alle fognature pubbliche? Sono le domande che sia la V commissione consiliare sia altri consiglieri si sono fatte.
Domande che si aggiungono alle altre iniziative intraprese: dal mese di gennaio, c’è una richiesta sottoscritta da vari consiglieri comunali e depositata in Comune, perché venga sospesa la tariffa per la depurazione. Al momento la tariffa è stata solo abbassata da 0.50 a 0.20 centesimi per metro cubo di acqua consumata. “Un risparmio fittizio e di facciata – criticano ancora i consiglieri – vanificato dal contemporaneo aumento della bolletta dell’acqua”.
“Oggi – denuncia Maria Antonia Buzzanca, presidente della V commissione – dalla tariffa di depurazione pagata dai cittadini, arrivano nelle casse comunali circa 30mila euro l’anno, per un servizio che non c’è. Il depuratore non funziona”
Per l’ingegnere Luciano Marchese, capo settore del servizio, il depuratore invece funziona e svolge il proprio compito. Soprattutto perché il basso numero di allacci fa sì che arrivino al depuratore circa 24 metri cubi di reflui all’ora. Un carico che viene smaltito senza impegnare le altre strutture.
“Al momento – spiega l’ingegnere – il carico organico dei liquami che arrivano è talmente basso che nella vasca di arrivo non si forma neanche schiuma: basta un trattamento minimo, garantito con la clorazione, per rispettare i parametri di legge e immettere il refluo depurato del corpo del torrente”. “Solo la linea fanghi – aggiunge il dirigente comunale – non funziona a causa della frana. Per smaltirli ci serviamo di un impianto di Sciacca”
Una frana attiva dal 2010, come ricordano i consiglieri comunali, per la quale la passata amministrazione stanziò un intervento in somma urgente. Ma sulla quale l’attuale non ha più speso una lira. E che ora si sta mangiando altre strutture dell’impianto. Tanto che una pressatrice è stata smontata per essere spostata più a valle.
“Ma c’è di più – rincarano i consiglieri – l’amministrazione comunale ha ritirato il regolamento per il servizio di depurazione che non viene più portato in consiglio comunale. È quello con cui potremmo disciplinare anche le modalità di allaccio e introdurre possibili sgravi per quanti si vogliono adeguare”.
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