Centro per l’Impiego, la CGIL scrive alla Regione e ai sindaci del comprensorio L'ufficio regionale è stato trasferito da quasi un anno a Catania, in via Coviello, per mancanza di locali idonei
Da quasi un anno il Centro per l’Impiego di Misterbianco con relativo personale è attivo nei locali del Servizio CPI di Catania, in via Coviello 6; la conseguenza è un notevole disagio per i cittadini del comprensorio di riferimento (Misterbianco, Camporotondo Etneo, Motta S. Anastasia e S. Pietro Clarenza) che per usufruire dei servizi previsti sono costretti a spostarsi dal loro territorio.
Lo segnalano in una lettera aperta indirizzata all’assessore regionale al Lavoro, al dirigente del Servizio XII del Centro per l’Impiego di Catania e ai sindaci dei comuni del comprensorio, il segretario generale della Fp Cgil di Catania, Gaetano Agliozzo e il coordinatore provinciale, Gaetano Del Popolo: “Tutto ciò avviene nonostante precise normative impongano ai comuni interessati di mettere a disposizione idonei locali per ospitare il Centro per l’Impiego – si legge nella lettera –.
Causa di tutto questo è la scelta, operata dal Comune di Misterbianco di sistemare gli uffici in questione in un’area, prossima alla discarica, inserita in un contesto degradato e privo di adeguata viabilità pedonale. Un’area per la quale sono forti i timori di rischi per la salute dei cittadini e, soprattutto, del personale che dovrebbe quotidianamente prestare servizio negli stessi.
Il sindaco di Misterbianco, protagonista insieme ai suoi cittadini, di mille battaglie contro la discarica e per la tutela della salute e dell’ambiente, non può non mostrarsi sensibile verso il giusto diritto dei cittadini e dei dipendenti ad avere a disposizione uffici, adeguati e di prossimità, per l’erogazione dei servizi previsti dalle normative vigenti”.
La vicenda nasce nel mese di gennaio 2016, quando il Centro era stato sfrattato dai locali di via Roma che il Comune aveva in affitto: il proprietario non aveva accettato la proposta di diminuire la locazione del 10 per cento, imposta ai Comuni dalla cosiddetta ‘spending review’, la riduzione della spesa.
Così, il Comune aveva messo a disposizione i propri locali della ex Movicar, che nel frattempo si erano liberati e dove in precedenza erano stati ospitati il Comando della Polizia locale, poi il servizio Ecologia e, infine, l’Autoparco.
Soluzione non accettata dai dipendenti del Centro per l’impiego. Che avrebbero rifiutato, secondo quanto riportato da un comunicato del Comune, anche il tentativo dell’amministrazione Di Guardo di liberare parte dei locali occupati rimanendo nella stessa sede di via Roma, adempiendo così alla minore spesa.
Foto di Paolo Belfiore e Protezione civile
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