Via da Misterbianco La Messaggerie vince e annuncia l'addio: "nessuno ci ha chiesto di restare".

La Messaggerie vince uno scontro epico a Cinquefrondi e vola verso i playoff.

Messaggerie, senza più “Misterbianco”, perché ormai è ufficiale che la formazione che lotterà per riportare la serie A alle falde dell’Etna disputerà al Palaspedini i playoff e definitivamente a Catania il prossimo campionato.

Dopo una stagione disputata alla Pitagora di Misterbianco, la squadra del Presidente Natale Aiello approderà a Catania, cercando di rinverdire i fasti del glorioso volley etneo in un impianto adeguato ad ospitare, si spera, la serie superiore.

Cosa altro avrebbero dovuto fare? A gennaio lanciammo dal nostro sito l’allarme, chiedendoci se l’Amministrazione avesse interesse a salvaguardare questo patrimonio sportivo, lanciare segnali di disponibilità per una collaborazione, anche in previsione futura, che passasse dalla realizzazione di un Palazzetto da trasformare nella “casa della pallavolo”.

Da allora, nulla, solo silenzio. Neppure una telefonata, una presa di contatto, nulla di nulla. Eppure l’entusiasmo e la serietà della Società sportiva in questione avrebbero forse consigliato maggiore impegno, anziché questa sprezzante indifferenza: come se bastasse concedere una palestra per sentirsi a posto con la coscienza.

La Messaggerie ha vinto al quinto set a Cinquefrondi, un comune di 6509 anime, dove in tribuna a tifare per i ragazzi del volley c’erano il Sindaco, la Giunta, i consiglieri comunali, “mezzo paese”.

A Misterbianco, un piccolo centro di quasi 50mila abitanti, nonostante un campionato di vertice, non si è andati oltre sporadiche comparsata in tribuna di qualche amministratore, senza troppa convinzione.

Già, le Istituzioni; perché non bastano i “bravi ragazzi”, le pacche sulle spalle, le facce pulite per programmare il futuro con lungimiranza, per considerare lo sport come uno degli strumenti principali per promuovere stili di vita sani e combattere le devianze; non basta affidarsi totalmente all’associazionismo sportivo, quando bisognerebbe supportare l’attività sia di vertice che giovanile creando gli strumenti perché lo sport non sia solo un “peso” da sopportare, ma una opportunità da cogliere; non basta esultare per l’auspicabile promozione della squadra di calcio da una categoria minore a un’altra categoria minore, quando decine e decine di piccoli misterbianchesi scelgono “gli altri sport”, costretti a spostarsi fuori comune per praticarli.

Allora, addio Messaggerie: mentre ovunque lo sport di vertice sceglie i piccoli centri vicini alle aree metropolitane per costruire realtà “a misura d’uomo”, dove progettare realtà amate dagli sportivi da tenere vicini alle squadre, da noi accade l’opposto, grazie alla cecità di chi non si è neppure accorto che a Misterbianco sarebbe potuta sbarcare la serie A di pallavolo.

 

 

Paolo Di Caro
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Paolo Di Caro

Classe 1972, Misterbianchese, giornalista, manager pubblico, Sommelier master class. Da due anni, vista la crisi del teatro, anche attore amatoriale. Ex runner con l'artrosi, appassionato di Dylan Dog e Corto Maltese. Per invidia. Il Bilbo Baggins che era in lui è partito, Frodo non ha più l'Anello e anche Gandalf non è che si senta benissimo. A parte questo, non molla mai.

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