Elezioni 2017 – Makè confronto Terra Terra! Un incontro tra candidati all'insegna del 'volemose bene', senza sussulti, fin troppo corretto
Piatto. Come un tracciato terminale. Senza un sussulto. Senza una pungente fracciatina. O un roboante “vaffa…”. Niente: al confronto tra candidati sindaci, organizzato dall’Arci Makè Terra e Libera, abbiamo assistito alla calma piatta. Niente a che vedere con l’ultima sceneggiata allo Stabilimento Monaco, quando l’uscente Nino Di Guardo non le mandò a dire al candidato ed ex vice sindaco Marco Corsaro.
Stamattina, sulle scalinate di piazza Mazzini, assieme alla candidata Maria Antonia Buzzanca, i due sembravano amabilmente ignorarsi. Anche le domande, ispirate al più corretto del politicamente corretto, inducevano alla bromurizzazione dell’atmosfera. Chi s’aspettava che volassero stracci anche stavolta è rimasto deluso.
Tre temi, variamente articolati, per tre minuti di risposta a testa: zona commerciale, rifiuti, welfare. Domande fatte pervenire con anticipo, su cui i tre hanno potuto prepararsi. Rispettosi dei tempi assegnati, i tre hanno risposto educatamente e senza belligerare l’un con l’altro, nemmeno a colpi di fioretto.
Magari sul commercio qualcuno poteva accennare a quell’area commerciale che il piano regolatore generale, preparato dall’amministrazione comunale e approvato dal commissario ad acta, prevede a cavallo della Tangenziale, nei pressi del Centro Sicilia.
Sui rifiuti e sulla discarica, qualcuno poteva accennare alle alleanze dell’ultimo momento fatte dal candidato Di Guardo.
O sul welfare, come mai l’amministrazione comunale accende mutui per centinaia di migliaia di euro per parchi gioco (ben 15 sul territorio comunale!) quando è la popolazione anziana ad aumentare.
Ma di domenica, si sa, non è bene toccare spinosi argomenti: c’è il pranzo in famiglia, i cannoli e la pennichella. Perché rovinarseli?
E allora chiudiamo con l’esalogo finale distribuito ai presenti:
“…il cambiamento si fa dentro lo cabina elettorale con la matita in mano”
(Paolo Borsellino)
Perché ciò avvenga dentro la cabina dobbiamo ricordarci:
– che il voto è libero;
– di non votare per chi vuole comprare il mio voto con denaro o offrendomi beni vari;
– di non votare chi mi ricorda di un presunto “favore” che mi ha fatto;
– di non votare per chi mi promette un posto di lavoro: sta offendendo la mia dignità e sta approfittando della mia situazione di bisogno;
– di non votare per chi non ha le idee chiare su come realizzare il bene della comunità, il bene di tutti che e al di sopra degli egoismi e degli interessi particolari;
– di non votare chi è stato precedentemente eletto e non si è dimostrato degno della carica ricoperta perché ha commesso reati, ha cercato di sfruttare la carica per ottenere benefici personali o ha mostrato scarso impegno.
Solo cosi quella matita che ci sarà consegnata sarà ‘più forte di qualsiasi armo, più pericoloso di uno lupara e più affilato di un coltello”.
Praticamente un invito a starsene a casa l’11 giugno. O magari andare al mare.
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