Il 17 gennaio, a Sant’Antonio fuochi da festa di compleanno? Meglio che niente! Per la celebrazione liturgica patronale, il sindaco Di Guardo ha autorizzato un piccolo spettacolo pirotecnico
Alla fine Sant’Antonio avrà il suo fuoco. Niente di particolare s’intende: una fila di moschetteria siciliana dietro al muro della Chiesa Madre, un paio di cassette pirotecniche che si usano anche per i compleanni sulla scalinata di via Girodano Bruno. Più che un fuoco, un ‘fuochino’. Ma tant’è. L’alternativa era niente. Altro che “spettacolo pirotecnico a cura della premiata ditta…” declamato nel programma dei festeggiamenti liturgici del 17 gennaio!
Dopo l’ordinanza del sindaco Nino Di Guardo che vieta di accendere i fuochi dal Poggio Croce e la restrizione al solo parcheggio Milicia come unica area idonea, la speranza di poter assistere ai tradizionali fuochi d’artificio, da piazza Giovanni XXIII sul sagrato della Chiesa Madre, era diventata meno di una flebile fiammella: una pia illusione.
Invece, alcuni giorni fa, la svolta. C’è voluto un fine lavorio, più o meno diplomatico, per ammorbidire la tetragona decisione assunta dal primo cittadino. Nell’ordine: sfoghi notturni su facebook, prese di posizione sui social, e tanto di richiesta ufficiale della commissione dei festeggiamenti, vergata dal parroco Giovanni Condorelli. Quindi, una serie di ‘emissari’ a perorare la causa di una festa che non fosse del tutto silenziata.
Una soluzione che ormai a tanti appariva ineludibile, dopo l’amara e grottesca (non) conclusione della festa grande patronale dell’estate scorsa. Senza i fuochi finali a cura dei ‘partiti’ che pure avevano rinunciato alla gara finale.
E il mancato spettacolo pirotecnico, già pagato e con tanto di polemiche postume, di un’altra festa nel cuore dei misterbianchesi: la Madonna degli Ammalati. E non solo: silenziate anche, solo nella prima quindicina dello scorso mese di dicembre, le feste in onore di San Nicola, l’Immacolata e Santa Lucia.
E sì, perché ormai Misterbianco è diventato l’unico comune ‘debombizzato’ del circondario. Dove si accendono fuochi pirotecnici a più non posso: Motta Sant’Anastasia, Camporotondo Etneo, Belpasso. Per non parlare della città capoluogo, Catania, con la sua ubriacante festa di Sant’Agata, Ottava e festa agostana compresa. Si sparano mini ciccioli per strada e cassette pirotecniche per le ricorrenze. Sparano anche nei ‘quartieri’ vicini per festeggiare il rientro di personalità del luogo o l’esibizione di artisti neomelodici.
E noi, qui, muti. Un deserto. Silenzioso ed estraniante. Dove, il 17 gennaio, una moschetteria siciliana da 100 colpi e un paio di cassette dagli scalini sembrerà un miraggio inatteso e insperato. Insomma, sarà festa. Sarà Sant’Antonio, “ca ietta sempri tri”… anche stavolta.
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