Padre Cannone, una Mostra e un Premio per le scuole Al Mandela la conferenza stampa di presentazione

Un omaggio all’uomo, al sacerdote, all’educatore, senza celebrazioni o passerelle: Padre Cannone non avrebbe apprezzato niente che non fosse sobrio e undestatement, senza esagerazioni.

Oggi al Mandela si è respirata una atmosfera da grandi occasioni, fra i ricordi di chi lo ha conosciuto e la consapevolezza del ruolo che il sacerdote di Roccavaldina ha avuto per la comunità misterbianchese. L’occasione è stata quella della presentazione della Mostra dedicata al prete e di un Premio a lui dedicato, riservato ai giovani e giovanissimi studenti delle scuole misterbianchesi, su iniziativa dell’Associazione Culturale “Lapablu”.

Massimo Costanza, il Presidente, impresario teatrale e curatore del Progetto “Vincenzo, storia di un Padre”, ha riunito intorno a un tavolo alcuni fra gli attori principali di questi due eventi: il regista dello spettacolo, che verrà messo in scena a maggio, Santi Consoli; Carmen Avellino, responsabile del Premio per le scuole e promotrice dell’iniziativa; Beppe Condorelli, docente e intellettuale misterbianchese, in qualità di Presidente della Giuria del Premio; Giorgio Maltese, consulente per la parte musicale del futuro spettacolo; l’assessore Katia Caruso e la consigliera comunale Vittoria Consoli, in rappresentanza delle Istituzioni cittadine. Fra il pubblico anche l’Assessore Matteo Marchese e la Presidente del Consiglio Comunale, Agata Pestoni.

Padre Giovanni Condorelli, per tanti anni “dirimpettaio” di Padre Cannone, cuore della Parrocchia San Nicolò quest’ultimo, Parroco della Chiesa Madre il primo, ha voluto dare la propria testimonianza, cercando di comprendere e far comprendere come questa figura di uomo e sacerdote così elevata potesse essere “trasferita” e raccontata a giovanissimi che non lo abbiano conosciuto, per ovvie ragioni anagrafiche.

Spazio anche a Mimmo Santonocito, cultore di storia patria, “anfitrione” della Mostra realizzata con la consulenza storica di Lucio Marullo, anch’egli presente fra il pubblico: a lui il compito di ricordare anche il giovane Vincenzo pre-sacerdozio, i suoi dubbi, la sua scelta generosa, gli aspetti più significativi degli anni da Parroco.

Un viaggio emozionale, ma all’insegna della concretezza, come lo è stata la vita del Roccavaldinese trapiantato a Misterbianco, che dedicò ogni momento a un viaggio parallelo, dove l’accoglienza dei ragazzi e delle ragazze nel “suo” Oratorio, andasse di pari passo con il sogno, poi avveratosi, di realizzare una struttura organizzata e che restasse nel tempo.

La palla adesso passa ai Dirigenti scolastici e agli insegnanti, per riannodare il filo della memoria e attualizzare il messaggio di una vita spesa per gli altri, al servizio di Dio e della propria Comunità.

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Redazione

La Redazione di Misterbianco 3.0

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