Operazione Sibilla, Di Guardo: “Nessun problema per il Valentino Mazzola” Il sindaco rassicura: "Il finanziamento del Credito sportivo per rifare il manto è già nelle casse comunali"
La cosiddetta ‘Operazione Sibilla’ non avrà nessuna ripercussione negativa sul progetto di rifacimento del manto erboso dello stadio ‘Valentino Mazzola’. La rassicurazione arriva direttamente dal sindaco Nino Di Guardo.
L’operazione condotta dalla Guardia di Finanza, coordinata dalla Procura di Catania, verso amministratori e tecnici del Comune di Acireale, e che ha anche coinvolto l’ingegnere Anna Maria Sapienza, consulente del CONI regionale e progettista del rifacimento, non frenerà l’iter dell’intervento allo stadio misterbianchese.
Raggiunto al telefono da Misterbianco 3.0, il primo cittadino di Misterbianco ha allontanato ogni timore: “Noi siamo tranquilli e abbiamo tutto in regola. I mutui sono stati già ottenuti e li abbiamo in cassa: andiamo per la nostra strada”.
I mutui ai quali si riferisce Di Guardo riguardano sia il progetto del ‘Mazzola’, sia l’ampliamento del Palatenda. Entrambi per complessivi 800mila euro da accendere con il Credito sportivo. I due progetti sono già inseriti nel Piano triennale delle opere pubbliche 2018/2020, approvato dalla giunta municipale il 20 febbraio scorso. Hanno entrambi priorità 1; la stima dei costi del programma prevede 600mila euro nel primo anno e 200mila nel secondo.
Ma che cosa ha fatto temere una ripercussione negativa dell’Operazione Sibilla, la cui inchiesta è peraltro ancora in corso, sul progetto che riguarda lo stadio di Misterbianco? Il motivo: l’incarico del progetto, definito ed esecutivo, era stato dato all’ingegnere Sapienza dall’Ufficio tecnico comunale il 17 ottobre del 2017.
Incarico che è stato già liquidato, ma solo per la parte definitiva, il 18 gennaio 2018, tre mesi dopo, per 24.107,80 euro; somma compresa di IVA e contributo previdenziale.
Ma perché la Sapienza è finita nella bufera dell’Operazione Sibilla che si incentra sul Comune di Acireale? Perché nel corso delle indagini – come racconta l’ordinanza del Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Catania – “sono emersi gravi indizi di reità” a carico dell’ingegnere Sapienza e “di altri liberi professionisti e pubblici ufficiali risultati collegati alla stessa in fluidi rapporti criminali”.
Tali rapporti, nell’ipotesi della Procura, sarebbero “funzionali all’affidamento, in spregio alle regole di trasparenza e buona amministrazione, di incarichi professionali per la realizzazione di opere pubbliche e, in particolare, per la riqualificazione o per la realizzazione di impianti sportivi”.
Un peso su tutto ciò lo riveste il fatto che l’ingegnere Sapienza è sia una libera professionista sia la consulente esterna per l’impiantistica sportiva del CONI (Comitato Regionale Sicilia). Un incarico che riveste da circa 10 anni e che le è stato rinnovato il 13 aprile 2017.
Ora, per riqualificare o per realizzare impianti sportivi, gli enti territoriali (Comuni, Province ecc.) possono accedere a varie fonti di finanziamento: al Credito sportivo; al Patto per lo sviluppo della Sicilia F.S.C. 2014-2020; al Fondo Sport e periferie, istituito con decreto n.185/2015.
Dove sta l’inghippo? I progetti delle opere sportive per poter beneficiare dei finanziamenti devono seguire un iter di approvazione presso il CONI. Per le opere di valore non superiore a un milione e 32mila 913 euro, la competenza è dell’articolazione regionale del Coni.
Il compito del consulente – e dunque dell’ingegnere Sapienza – è di istruire le richieste e di predisporre i pareri tecnici demandati al CONI per gli interventi relativi alla impiantistica sportiva.
Invece, si evince dall’ordinanza, la professionista era consulente del CONI e diventava consulente dei Comuni. Verso i quali, secondo il Gip, la professionista aveva un potere di condizionamento derivante dalla posizione di chi deve dare il “visto si approva” al progetto che consentirà al Comune di beneficiare dei finanziamenti pubblici per realizzare l’impianto.
Dice il Gip: “In conseguenza di ciò la Sapienza: per lo stesso progetto incassava i compensi che le riconoscevano gli enti locali e i compensi che le riconosceva il C.O.N.I. per la verifica finale”.
Questo la Procura lo ha potuto evidenziare per dei progetti nei Comuni di Acireale (lo stadio Tupparello) e di Malvagna (Messina). Ma, da ulteriori conversazioni intercettate, sono emersi rapporti con Gianluca D’Antoni, rappresentante legale del Credito Sportivo siciliano con riferimenti a finanziamenti di opere, in particolare nel Comune di Misterbianco e in quello di Zafferana Etnea, dove la Sapienza riferiva di avere ricevuto incarichi di progettazione. Come appunto per il rifacimento del manto erboso del Valentino Mazzola.
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