Il “Gran rifiuto” al Giro, nel paese della ciclabile milionaria La tappa non passerà da Misterbianco: troppo pochi i Vigili Urbani.

Ormai é chiaro: a Misterbianco hanno seri problemi con la bicicletta.

Prima la vicenda torbida della ciclabile “milionaria”, finanziata con 5 milioni di euro grazie al “successo” di un progetto che sbaragliò Comuni più grandi e meglio attrezzati, poi stravolto da una variante che lo snaturò completamente; adesso il balletto comico fra Sindaco, funzionari comunali e Prefettura, con il “gran rifiuto” di lasciar passare il Giro d’Italia da Misterbianco con la ridicola giustificazione del Comandante del Corpo di Polizia Municipale di un organico non adeguato, nonostante la rassicurazione che da più parti sarebbe arrivato supporto logistico e ausilio di ogni tipo.

Nino Di Guardo non ha un gran rapporto con lo sport e con gli eventi sportivi. Anzi, per dirla tutta, é proprio disinteressato all’argomento, da lui reputato da sempre futile,  inutile, fastidioso.

L’affaire ciclabile é emblematico: la costosissima striscia di vernice gialla che attraversa una parte del territorio comunale, oggi totalmente scolorita e coperta da un tappeto di auto che la utilizzano come parcheggio, era un lussuoso pretesto per mettere a posto qualche strada, recintare qualche terreno, spostare qualche palo dell’energia elettrica, farsi qualche amico o consolidare nuove amicizie.

La ciclabile in quanto tale non esiste, non é utilizzabile, é totalmente illegale, non rispetta alcuna prescrizione in materia, non ha cordoli o punti di ristoro e, cosa più grave, non é conforme al progetto che vinse il Bando e che sembrò più bella e funzionale delle altre a chi valutava le proposte.

Una cosa all’italiana, con tanto di “variante” anni ’80 approvata da qualche funzionario distratto alla Regione Siciliana, una inaugurazione con i ciclisti di una Associazione locale, totalmente ignari di camminare sulla vernice gialla più costosa della storia, qualche giorno di “rispetto” per il tracciato urbano, poi l’oblio: tanto alle nostri latitudini si dimentica tutto, molto facilmente. Anche i Vigili, che sono pochi, ca va sans dire, hanno di meglio da fare che multare mezzo paese per occupazione abusiva della pista ciclabile.

La bicicletta, dicevamo.

E che biciclette! Oggi sono quelle del Giro d’Italia, la seconda manifestazione ciclistica più importante del mondo dopo il Tour de France, una kermesse sportiva dietro la quale si nasconde in realtà il lavoro di oltre 700 persone, che giorno dopo giorno tracciano il percorso, transennano le strade, allestiscono le zone di ristoro, garantiscono la sicurezza e – al contempo – colorano di festa i paesi toccati dal Giro. Ecco, in ogni angolo sperduto del Belpaese si fa a gara per essere inseriti nei 3000 e passa chilometri del percorso, si immaginano eventi collaterali, per arricchire la giornata, si rende la comunità partecipe della festa, perché questo é in fondo il Giro d’Italia.

A Misterbianco no.

A Misterbianco gli eventi sono vissuti come un fastidio, tanto da affidare a un simpatico Comandante del Corpo di Polizia Municipale, certo non un Generale di Corpo d’Armata o il Capo di Stato Maggiore, il compito di farsi latore del “niet” di Misterbianco al passaggio del Giro per “cause di forze maggiore”, perché abbiamo pochi Vigili Urbani, perché se per caso ci chiedessero di spendere cento euro dovremmo probabilmente rinunciare a un paletto anti-sosta.

Insomma il Comandante, novello Celestino V per procura, oppone il “gran rifiuto”: il Giro no, non possiamo proprio farlo passare da Misterbianco.

Ci sono cose più gravi e serie nella vita di una Comunità, ma questa decisione del Sindaco, perché facciamo fatica a pensare che i funzionari prendano decisioni così importanti, non é che una conferma a quello che la finta ciclabile ci lasciava già immaginare: se amate la bicicletta, se volete passeggiare a due ruote per la strada, se sognate di incrociare con lo sguardo Fabio Aru o la Maglia Rosa di giornata, non passate da Misterbianco, non é il vostro paese.

Il Giro guardatelo in televisione.

Paolo Di Caro
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Paolo Di Caro

Classe 1972, Misterbianchese, giornalista, manager pubblico, Sommelier master class. Da due anni, vista la crisi del teatro, anche attore amatoriale. Ex runner con l'artrosi, appassionato di Dylan Dog e Corto Maltese. Per invidia. Il Bilbo Baggins che era in lui è partito, Frodo non ha più l'Anello e anche Gandalf non è che si senta benissimo. A parte questo, non molla mai.

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