Annunci funebri, il Comune: “Basta affiggerli ovunque”. Ma chi controlla i controllori? Ordinanza del sindaco per tutelare il decoro urbano. Ma i suoi manifesti campeggiano dappertutto
Sono sui pali dell’illuminazione pubblica e della segnaletica stradale, sulle transenne, su muri e pareti. Abbandonati spesso alle intemperie, quando non dimenticati. Attaccati con nastro adesivo o colla che il tempo finisce per essiccare.
Sono i manifesti e gli annunci funebri: ringraziamenti, anniversari, trigesimi affissi un po’ dovunque, anche fuori dagli spazi a essi riservati nelle bacheche comunali. Una cattiva abitudine, è bene dirlo, diffusa non solo a Misterbianco. Un costume che contribuisce, qui come altrove, al “degrado del decoro urbano”.
E ora, proprio con tale motivazione, il Comune dice basta: il sindaco Di Guardo ha emanato un’ordinanza, la n° 44 del 10/04/2018, per imporre il divieto di affissione degli annunci funebri e delle carte di lutto al di fuori delle bacheche dedicate.
Le violazioni alle disposizioni dell’ordinanza saranno punite con una sanzione amministrativa: da 25 a 500 euro a carico del responsabile della violazione (art. 7 bis del D. Lgs n. 267/2000). L’amministrazione comunale, in caso di inosservanza delle disposizioni, attiverà un servizio che rimuoverà i manifesti funebri irregolarmente posizionati su spazi e muri nell’intero territorio comunale e alla pulizia della superficie sottostante.
Fin qui tutto condivisibile. Ma la notizia assume un aspetto grottesco se si pensa a due particolari: 1) che l’oggetto dell’ordinanza parla di divieto di affissione anche sulle pareti degli edifici pubblici o privati e delle pensiline a servizio del trasporto pubblico locale; 2) che essa dovrà essere fatta osservare dalla polizia locale.
Perché grottesco? Perché è proprio dello stesso giorno della pubblicazione dell’ordinanza (il 10 aprile scorso) la segnalazione arrivata a Misterbianco 3.0 da Enrico Calabretta, vicepresidente del movimento ‘La Voce di Misterbianco’. In essa si criticava l’affissione “selvaggia su muri, pensiline, saracinesche di proprietà privata” dei manifesti comunali sull’abbassamento della Tari, la tariffa per i rifiuti.
Una pratica – si chiosava nella segnalazione – in contrasto con la “decantata lotta all’abusivismo pubblicitario”. Chiedendosi, alla fine, se la legge fosse uguale per tutti “tranne per chi deve farla rispettare”. E, soprattutto, “chi controlla (ed eventualmente sanziona) il controllore?”
Il 20 novembre 2017, invece, erano stati i consiglieri comunali di ‘Guardiamo Avanti’ a chiedere al sindaco, al segretario comunale e al comandante della polizia locale di rimuovere dei manifesti informativi sulla sanatoria edilizia e sui rifiuti, sempre a firma del sindaco Di Guardo.
“I manifesti sono affissi in luoghi impensabili – scrivevano Marco Corsaro, Rossella Zanghì e Lorenzo Ceglie – quali le saracinesche delle attività commerciali, cabine dell’Enel, i muri degli edifici privati e di immobili di importanza storica e monumentale e persino strutture di edifici religiosi, tutti in palese violazione di legge; peraltro, l‘avere rilevato la presenza di detti manifesti anche in corrispondenza di incroci rappresenta un potenziale pericolo per gli utenti della strada”.
I consiglieri di Guardiamo Avanti stigmatizzavano “la condotta deprecabile di questa amministrazione che non vigila, o si dimentica di farlo, sull’osservanza” dei precetti di legge (il regolamento comunale sulle affissioni e il d.lgs. 507/93). “Siffatti comportamenti – aggiungevano – non possono passare inosservati e devono essere sanzionati, in modo da assicurare il rispetto delle norme, soprattutto nei casi in cui l’autore dell’illecito è la medesima Amministrazione che dovrebbe garantirne l’osservanza”.
E qui sta il punto: se il Comune, e il sindaco come suo massimo rappresentante, “ritiene opportuno e necessario perseguire una seria politica di tutela e salvaguardia del decoro urbano cercando di porre argine soprattutto al fenomeno dilagante delle affissioni abusive sul territorio”, perché non evita le proprie affissioni al di fuori degli spazi consentiti e perché, laddove tale comportamento venisse continuato, la polizia locale non interviene per sanzionare tali affissioni?
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