Di Guardo: “C’è un complotto della Lega per far sciogliere il Comune di Misterbianco” L'ipotesi "senza prove" avanzata dal sindaco di Misterbianco nel suo ultimo comizio
C’è un complotto leghista contro l’amministrazione comunale di Misterbianco. Un complotto della destra contro una giunta di sinistra. Un complotto orchestrato dagli “amici della discarica” contro “chi la discarica l’ha sempre combattuta”. Un complotto dove la mente sarebbe il sindaco di Motta Sant’Anastasia: Anastasio Carrà. E il braccio il giornalista Ignazio De Luca. Tutti e due contro il sindaco Nino Di Guardo.
Questa almeno è l’ipotesi che il primo cittadino misterbianchese ha enunciato nel comizio di sabato sera. Ecco svelato l’attacco che starebbe subendo Misterbianco. Una teoria bislacca introdotta mettendo le mani avanti – come il pentastellato Di Battista insegna – con la formula “Io non ho le prove ma…” Anche Di Guardo non ha le prove di quanto ipotizza. “Ma a me la testa mi funziona” aggiunge.
E la testa gli fa dire questo: che la gran massa di articoli che De Luca ha scritto, sul quotidiano on line da lui diretto laspiapress.com. contro amministratori e funzionari del Comune, specialmente dopo gli eventi del 21 novembre (l’operazione della Procura etnea denominata “Revolutionbet 2”), altro non sono che il frutto delle trame dei due, sorpresi a confabulare nel bar di un’area di servizio alle porte di Misterbianco il 18 marzo scorso.
E qui starebbe “lo scandalo”: De Luca e Carrà colti sul fatto. Fotografati uno di fronte all’altro e sbattuti sui manifesti e sui cartelloni che annunciavano il comizio del primo cittadino. Con manifesti attaccati anche fuori dagli spazi regolari, e quindi “fuori legge”. Sanati, come spesso succede, da una nota al comando di polizia locale. Che, nel dubbio se far osservare le regole anche ai vertici dell’amministrazione o il quieto vivere, ha preferito la seconda opzione.
“Sono stati mesi di attacchi – ha ricordato Di guardo – per dire che io vado a braccetto con la mafia, l’assessore Santagati che combina pasticci, gli impiegati comunali tutti compromessi”. Articoli scritti per “buttare fango” e destabilizzare l’amministrazione di Misterbianco.
Articoli che – nell’ipotesi senza prove – costituirebbero gli strumenti di un complotto per fare sciogliere il Comune per infiltrazione mafiosa. E prendere così due piccioni con una fava.
Il primo piccione: assassinare una realtà che, in provincia di Catania e oltre, rappresenta un’amministrazione diretta dalla sinistra che ha garantito efficienza, buon governo, trasparenza. Il secondo: uccidendo il Comune – secondo Di Guardo – si uccide il principale nemico della discarica che avvelena la vita di Motta e Misterbianco.
Dunque, secondo il sindaco di Misterbianco, sarebbe lo stesso Carrà, sindaco uscente di Motta Sant’Anastasia, responsabile degli enti locali per la Lega a Catania e definito “amico della discarica”, che mirerebbe a prendere i due piccioni, avvantaggiandosene anche per la propria campagna elettorale e riconfermare la sindacatura.
Insomma, non sarebbe la cronaca nera a determinare il destino del Comune di Misterbianco, con le pagine dell’operazione Revolutionbet 2 (e magari della recente ‘Zeta’) ma la discarica. Tema che torna buono per tutte le stagioni e che Di Guardo getta di botto nel campo della campagna elettorale mottese.
Solo che, il sindaco di Misterbianco dovrebbe ricordare che già nel comizio del 17 settembre 2016, quelli che definiva “amici della discarica”, i politici che lui additava allarmato al pubblico ludibrio, erano già da tempo dentro la sua giunta: con l’accordo delle amministrative del 2017.
C’è bisogno di un complotto?
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