Comune sciolto per mafia, le reazioni del sindaco Di Guardo e di Marco Corsaro Le dichiarazioni rilasciate ieri sera, subito dopo la notizia della decisione del Consiglio dei ministri
Riceviamo e pubblichiamo gli interventi del sindaco Di Guardo e del capogruppo consiliare marco Corsaro (Guardiamo Avanti) dopo la notizia dello scioglimento del Comune per mafia da parte del Consiglio dei ministri.
Intervento di Antonino Di Guardo
“Oggi il Consiglio dei Ministri, con un’accusa infamante e inverosimile, ha sciolto il Consiglio comunale di Misterbianco per infiltrazioni mafiose.
Sono indignato! Con quest’atto incomprensibile le autorità statali umiliano e mortificano uno dei più virtuosi comuni siciliani, esempio di legalità e buongoverno.
Non conosco ancora i contenuti della relazione con la quale il prefetto di Catania ha avanzato la proposta di sciogliere il Consiglio comunale per infiltrazioni mafiose. Credo, però, che il prefetto, nel suo agire, sia incorso in un clamoroso abbaglio. Dico questo perché, sotto la mia sindacatura, nessuna azione amministrativa è stata condizionata da forze esterne e nessuna cosca mafiosa ha messo piede o ha trovato accoglienza o connivenza nel mio comune.
Il decreto di scioglimento del Consiglio mi appare perciò come un’insopportabile provocazione, uno scandalo che grida giustizia, al quale reagiremo con assoluta determinazione per tutelare il buon nome e la dignità di una comunità ferita e oltraggiata ingiustamente.
Oggi è un triste giorno per Misterbianco.
Paradossalmente, lo scioglimento del Consiglio di Misterbianco per infiltrazioni mafiose obbedisce alla logica del potere mafioso. Si è voluta spegnere una voce istituzionale che inflessibilmente si è levata contro la mafia e il malaffare. Ne godranno certamente alcuni squallidi personaggi politici e qualche potentato economico avvezzo alla corruzione.
Ma non si illudano. Noi, in ogni caso, non demorderemo e continueremo, come sempre, la nostra battaglia per una Misterbianco civile, progressista e libera da ogni condizionamento.
Lascio il mio comune con i conti perfettamente in regola, con numerosi progetti e iniziative che mi auguro saranno portati avanti per il bene della mia città e con un corpo impiegatizio preparato ed efficiente che saluto e ringrazio.
Per quanto mi riguarda non ho rimpianti perché ho servito la mia città fino in fondo con impegno, passione e onore”.
Fin qui il sindaco.
“Stiamo sentendo di tutto. Teorie del complotto, accuse senza testa né piedi, l’assurdo di un sindaco che si permette di dire che l’azione del Governo nazionale “obbedisce alla logica del potere mafioso”. Ma la realtà è questa: lo Stato ha sciolto per mafia il Consiglio di Misterbianco. Lo Stato ha posto fine alle umiliazioni che l’amministrazione Di Guardo, travolta dalle inchieste della magistratura, ha inflitto alla nostra città”.
Interviene così Marco Corsaro, capogruppo dell’opposizione consiliare a Misterbianco, dopo che il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, ha deliberato lo scioglimento per diciotto mesi del Consiglio comunale misterbianchese “a seguito di accertati condizionamenti – si legge nel comunicato – da parte delle locali organizzazioni criminali”.
“Siamo amareggiati, è vero, disorientati. Non avremmo voluto finisse così. Più volte lo avevamo detto – ricorda Corsaro, componente del gruppo ‘Guardiamo Avanti’ assieme ai consiglieri Lorenzo Ceglie e Rossella Zanghì – anche scendendo in piazza: Di Guardo, i suoi assessori, dovevano dimettersi, andarsene a casa per evitare a Misterbianco la figuraccia nazionale dello scioglimento. Non l’hanno fatto perché per loro la politica è solo egoismo e amore della poltrona. Oggi però lo Stato ha ristabilito la legalità al Comune di Misterbianco. Nulla, infatti, è successo per caso.
Nel 2018 abbiamo assistito all’arresto del vicesindaco di Di Guardo, oltre che a gravissime accuse dei magistrati della Procura di Catania. Prima ancora avevamo visto le liste collegate al vicesindaco Carmelo Santapaola e ad altri consiglieri – i cui congiunti sono stati arrestati – prendere oltre tremila voti. Voti decisivi per dare a Di Guardo, assessori e amici, la responsabilità del nostro Comune. Un compito da loro disonorato. Ora possiamo davvero guardare avanti – conclude Corsaro – e lavorare affinché tutto questo non si ripeta”.
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