Chiuso il campo di calcio, disagi per due società, 200 giovanissimi atleti e 25 calciatori L'impianto dal 4 novembre non è agibile per l'attività agonistica: serve manutenzione alla recinzione esterna
Un campo di calcio chiuso dal 4 novembre, due società con 200 ragazzini e 25 calciatori costretti a un costoso nomadismo sportivo, la soluzione che si perde nelle maglie della burocrazia. È quanto succede a Misterbianco, con la chiusura per ragioni di sicurezza del ‘Toruccio La Piana’. Ed è anche il grido di dolore lanciato dai presidenti delle due società che fino al mese scorso utilizzavano l’impianto: Salvo Rasà, Asd Calcio Misterbianco, e Santo Santagati, Asd Camapanarazzu.
“L’Asd calcio Misterbianco – dice Rasà – ha 200 iscritti, tutti giovanissimi di età compresa tra i 5 e i 16 anni, con cui si dedica alla scuola calcio e affronta i tornei di calcio riservati a Under 14, Under 15 e Under 17. Il 4 novembre, l’Ufficio Sport ci comunicava, con un messaggio di posta elettronica, che in seguito a una nota dell’Ufficio tecnico comunale, l’impianto doveva essere momentaneamente chiuso, con la sospensione di tutte le attività agonistiche.”.
“Pare che si debbano fare dei lavori di manutenzione nella recinzione esterna – spiegano Rasà e Santagati – attorno al campetto adiacente al campo principale. Un lavoro di un paio di giorni”.
“Nella stessa nota – aggiunge poi Rasà – veniva anche indicata la conclusione dei lavori, cioè entro la fine dello stesso mese di novembre. A tutt’oggi, invece, non abbiamo certezza che i lavori abbiano avuto inizio, nonostante le rassicurazioni ricevute dall’Ufficio tecnico. Il 26 novembre abbiamo chiesto anche un incontro alla commissione straordinaria per rappresentare gli enormi disagi che, assieme alle famiglie dei giovani siamo costretti a sopportare per assicurare la continuità dell’attività. Ancora però non abbiamo avuto risposta”.
Dello stesso tenore le lamentele di Santagati. “La nostra squadra milita nel campionato di 2a categoria. Siamo costretti a giocare le partite casalinghe a Motta Sant’Anastasia o a Nesima. E ad allenarci una volta a Belpasso, un’altra a San Pietro Clarenza. Abbiamo chiesto agli uffici di poterci almeno allenare nella pista di atletica del ‘Mazzola’. Ci hanno detto che è impossibile perché devono essere fatti dei lavori. Intanto però ci sono 800 persone che la utilizzano!”
Per le due società, sottolineano ancora Rasà e Santagati, i disagi affrontati sono di varia natura: economica, le sedute di allenamento di un’ora e mezza possono costare dai 40 ai 90 euro; logistiche, per spostarsi volta per volta da un paese all’altro sede degli impianti. Senza contare la demoralizzazione di giocatori e famiglie, costretti ad affrontare difficoltà del genere per poter svolgere un’attività sportiva. Fino a quando?
“E noi corriamo anche il rischio – afferma Rasà – di veder decadere il riconoscimento di ‘società d’elite’ assegnatoci dalla federazione provinciale a sole 10 società, proprio perché non abbiamo più un campo dove svolgere allenamenti e partite”.
Lanciato l’appello, chi risponderà?
(Foto da copertina pagina Facebook Asd Campanarazzu)
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