Libri, rifiuti e strutture comunali: è il festival senza musica ma con parole pesanti Conferenza stampa dell'ex sindaco Di Guardo per protestare contro la mancata concessione del Mandela

Volano parole pesanti a Misterbianco. Non è Sanremo, ma sembra lo stesso un festival. Dove non c’è l’Ariston ma c’è il Mandela. Dove i testi non hanno bisogno della musica. Dove non c’è il maestro Vessicchio a guidare l’orchestra, ma parole e ritornello sono le stesse che conosciamo da tempo: “il complotto”, “il crimine di Stato”, “i nemici di sempre: Lega e discarica”. E non le ha cambiate come un Morgan qualsiasi, Nino Di Guardo, sindaco sospeso con lo scioglimento del Comune per infiltrazioni mafiose. Anzi le ha ribadite.

Lo ha fatto oggi in conferenza stampa, per denunciare la mancata concessione dell’auditorium Mandela, dove il 28 marzo avrebbe voluto presentare il suo libro “Crimine di Stato – Cronaca di un delitto imperfetto”. Un instant-book in cui, come lui stesso afferma, “smaschero la trama criminale che ha portato allo scandaloso e ingiusto scioglimento del nostro comune per infiltrazioni mafiose”. “Un dibattito aperto e democratico – ha sottolineato Di Guardo – per discutere con personalità di rilevo come il professore Carmelo D’Urso, l’onorevole Giovanni Burtone, sindaco di Militello, e un magistrato come Nicolò Marino

Alla richiesta di uso della struttura, la commissione straordinaria che gestisce il Comune di Misterbianco ha opposto un laconico, ‘ministeriale’ ma sostanziale rifiuto: “Al riguardo, si rammenta che questo Comune è in atto gestito da una Commissione Straordinaria a seguito dello scioglimento dell’Ente ai sensi dell’art.143 del D.Lgs. n.267/2000 deliberato dal Consiglio dei Ministri, cui ha fatto seguito il decreto del Presidente della Repubblica del 1° ottobre 2019. Pertanto, per evidenti motivi di opportunità, non risulta possibile accogliere la richiesta di utilizzo di beni di proprietà comunale per l’iniziativa in premessa citata”. Parole e musica (e che musica!) di Caccamo-Trombadore-Camizzi.

Parole alle quali l’ex sindaco è saltato in aria! “È un provvedimento scandaloso!” ha esclamato. E ha aggiunto: “Quali sono questi motivi di opportunità?! Io non ne vedo neanche uno!”. “In una realtà democratica discutere sulle cause dello scioglimento del Consiglio comunale di Misterbianco è decisamente utile per comprendere il modo nel quale è stato esercitato il potere previsto dalla legge”. “Questa decisione è un abuso – ha rincarato – le strutture comunali sono a servizio della comunità e il loro uso non può dipendere dai capricci dei commissari”.

“Capricci”. Forse come quelli che denunciò Attiva Misterbianco, nel mese di giugno 2016? Allora. l’associazione si vide negare la piazza Berlinguer, nel quartiere periferico di Lineri, scelta per festeggiare il primo anno di attività. Scrissero allora gli ‘attivisti’: “Crediamo dunque che il sindaco (era Di Guardo, ndr) abbia commesso un grave errore di valutazione. […] da questa vicenda emerge una preoccupante constatazione: al comune di Misterbianco non esistono regole. Strutture e spazi pubblici si autorizzano o si negano a piacimento, seguendo null’altro che il capriccio (perché di questo si tratta) del primo cittadino. Nessuna programmazione, nessuna organizzazione, nessuna trasparenza!” Parole che non hanno bisogno di nessun accompagnamento! La storia si ripete. E chi ieri rifiutava, oggi si vede rifiutato.

Poi ci sarebbe anche che il regolamento del Mandela che affida all’ “insindacabile giudizio dell’amministrazione comunale” quali manifestazioni siano da ritenere di “rilevante interesse e importanza per la comunità locale”.

Proprio su questo Anna Bonforte, di ‘Attiva Misterbianco’, dice la sua, con un commento su Facebook: “Vorrei che i criteri fossero così trasparenti e cristallini che non fosse possibile la censura se non per evidenti motivi di conflittualità nel mancato rispetto nei tempi e nelle modalità d’uso di un bene comune il cui accesso e la cui fruibilità dovrebbero essere patrimonio a disposizione della cittadinanza, anche quella che non la pensa come me”.

Di Guardo, comunque, ha scritto di nuovo ai commissari, per chiedere di recedere dalla loro decisione. Lo ha fatto nei suoi modi. In quelli che ha usato da sei mesi a questa parte: “La Commissione straordinaria, nominata per contrastare le infiltrazioni mafiose (inesistenti) nell’organizzazione del Comune, ha assunto modelli di comportamento che ricordano l’ordinamento della mafia. Com’è noto, tale ordinamento non conosce, fra l’altro, il pluralismo delle opinioni e il diritto di difesa, Alle regole di esso si conforma l’azione della Commissione con l’atto di diniego, espressione dell’arroganza di chi detiene il potere”.

Parole che neanche Morgan avrebbe rivolto a Bugo. Anche se la squalifica c’è già stata.

Rosario Nastasi
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Rosario Nastasi

Nasce a Misterbianco nel secolo scorso ma sfiderebbe volentieri Capitan Uncino. Si forma al Classico ma subisce il fascino delle Scienze: Biologia a Catania; Comunicazione a Cassino (Fr). Pubblicista dal 1992, è passato dalla carta stampata, alla Tv, alla radio, al web. Rugbista da giovane ma ora si logora le rotule al calcetto. C'è vita senza contraddizioni?

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