ZES, Panebianco (Siciliani Liberi): «Provvedimento da estendere a tutta la Sicilia» Il coordinatore provinciale del movimento indipendentista interviene nel dibattito sulle Zone economiche speciali
«Non si può fare la ZES per gli amici degli amici. E tutto il resto del popolo siciliano?». Così il misterbianchese Raffaele Panebianco, coordinatore provinciale del movimento indipendentista Siciliani Liberi, bollava il progetto di Zona economica speciale siciliana, intervistato da Umberto Teghini, nel programma di approfondimento “L’Informazione raccontata” (Sicra Press), in occasione della Festa dell’Autonomia Siciliana.
«La stessa esclusione di Misterbianco dalla delimitazione grida vendetta – dice oggi – e dovrebbe fare arrossire di vergogna tutti i politici locali, nessuno escluso, da chi amministrava a chi era all’opposizione, a chi era alla Regione al seguito di questo o quel notabile. Dove stavano quando si decidevano queste cose?»
«Già nel 2017 – ricorda Panebianco – Siciliani Liberi parlava di ZES con il presidente del movimento Massimo Costa, docente di Economia aziendale UNIPA, con la co-fondatrice Antonella Pititto e all’unisono con il segretario nazionale, l’architetto Ciro Lomonte. E già nell’estate dello stesso anno lanciammo una petizione, anche per recuperare lo spirito dello statuto insieme a tutte le provvidenze che l’Unione Europea prevede per le regioni insulari».
«Ed era già anche nel nostro programma per le elezioni regionali – aggiunge – da cui la Regione Siciliana e lo Stato italiano hanno copiato, senza saperlo fare, come ha evidenziato il nostro vice segretario regionale Gianluca Castriciano, intervenuto dopo la firma del decreto ministeriale, definendo il provvedimento un “contentino”, peraltro insufficiente e discriminatorio verso i territori esclusi».
«Tutta l’arcipelago siciliano dovrebbe essere una Zona economica speciale – ribadisce Panebianco – così come avvenuto in altri parti d’Europa, come le portoghesi Isole Azzorre, le Canarie e le Baleari spagnole, l’Irlanda, il Portogallo, la Corsica francese. La Sicilia ha tutte le caratteristiche di una zona economica speciale, e già lo sarebbe, in gran parte, se solo il suo Statuto fosse stato realmente applicato».
L’iniziativa di Siciliani Liberi si prefiggeva di portare l’Iva al 10%, l’Irpef al 20%e l’Ires al 15%. Anche con l’introduzione di una moneta fiscale complementare. Oltre a vantaggi di tipo doganale, fiscale, finanziario, infrastrutturale e legale.
«La Sicilia – sottolinea infine Panebianco – si trova nella condizione contemporanea di regione insulare e transfrontaliera, che è oggetto di specifica tutela da parte dell’ordinamento europeo. E, in via teorica, dovrebbe esserlo anche di quello italiano, che le attribuisce particolari condizioni di autonomia, legislativa, amministrativa, finanziaria e persino giudiziaria. Per non parlare della condizione di marginalità sociale dell’Isola».
Insomma, si poteva, e si doveva, fare di più.
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