Carnevale, messa in sicurezza dei capannoni: le associazioni sgomberano i locali “Ex Movicar” Lo ha richiesto il Comune: necessaria ricognizione e messa in sicurezza. Un regolamento li riassegnerà temporaneamente
Carri di carnevale come masserizie di sfrattati. Una dietro l’altra, le maestose realizzazioni non sfilano per dare spettacolo ma per essere dirette chissà in quale altro ricovero. È lo scenario nelle vicinanze dei capannoni “Ex Movicar” di contrada Portella, a sud dell’abitato, dati in comodato d’uso alle associazioni carnascialesche. Motivo: l’invito, perentorio, arrivato dal Comune di Misterbianco, VIII settore, a sgomberarli da attrezzature e manufatti. È appena il caso di ricordare che in una porzione dell’area che ospita i capannoni insiste anche l’autoparco comunale.
La lettera, datata 26 giugno, dava 30 giorni di tempo per ottemperare. Conclusa la manifestazione carnevalesca e superato il periodo di lockdown, dovuto all’emergenza epidemiologica da Covid-19, sarebbero venuti i meno i presupposti per le associazioni di continuare a occuparli e a utilizzarli.
Il Comune ha manifestato l’esigenza di disporre dei locali comunali anche per poter procedere a una ricognizione e verificare se c’è bisogno di adeguati interventi di manutenzione e di messa in sicurezza. Solo dopo la verifica, l’eventuale adeguamento e secondo un regolamento da predisporre, porzioni dei locali verranno riassegnati, temporaneamente, alle associazioni che saranno ammesse a partecipare alla nuova edizione del Carnevale 2021.
Al margine, ma non proprio, della vicenda, c’è una curiosità che merita di essere citata. E riguarda Matteo Marchese, l’ex vice sindaco della giunta deposta nel mese di settembre 2019, per lo scioglimento degli organi comunali per infiltrazioni mafiose.
Marchese, l’11 giugno 2020, proprio qualche giorno prima che il Comune inviasse la lettera alle associazioni, dal suo profilo Facebook aveva scritto un post che ricordava il merito di aver deliberato l’acquisto di scuolabus e automezzi concretizzatisi in quei giorni.
E siccome il diavolo fa le pentole ma non i coperchi, Marchese aggiungeva di avere un “cruccio” che voleva raccontare a tutti. Mai iniziativa risultò più improvvida. Ecco le sue parole:
«A dire il vero ho un cruccio e vorrei raccontarlo a tutti. Vedete cari amici la foto dell’autobus qui sotto 👇 è del mezzo acquistato l’anno scorso, ma da OTTOBRE per scelta dei commissari invece di essere chiuso al sicuro dentro i capannoni, come accadeva sotto la nostra amministrazione, è lasciato FUORI ALL’APERTO, ALL’ACQUA E O VENTU!!!☔⛈️
CARI COMMISSARI, non siete di Misterbianco per carità, ma che senso ha acquistare mezzi nuovi, prendersene i meriti, lasciarli incustoditi all’aperto, per poi ritrovarli tra qualche tempo rovinati? 🤬🤬🤬
SONO STATI SPESI SOLDI PUBBLICI E SPRECARLI NON CREDO SIA OPPORTUNO‼️‼️‼️»
Quindici giorni dopo partiva la lettera di sgombero alle associazioni. Un caso?
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