Covid19, la Confesercenti metropolitana chiede lo stato di crisi e il confronto con le categorie Il presidente Miceli e il direttore Costantino hanno protocollato una richiesta al Comune di Catania

La Confesercenti dell’area metropolitana di Catania chiede la proclamazione dello stato di crisi e l’avvio delle concertazioni con le categorie. Il rischio è che commercianti, imprese turistiche e realtà artigianali chiudano per sempre. Così riporta un comunicato stampa dell’associazione. Stamattina, il presidente Claudio Miceli assieme al direttore Francesco Costantino hanno protocollato la richiesta al Comune di Catania.

«Chiediamo all’amministrazione comunale di proclamare lo stato di crisi del settore e di convocare un tavolo di confronto permanente – afferma Miceli nella nota – al fine di avviare un dialogo con le rappresentanze delle associazione datoriali, così da individuare azioni e misure condivise utili ad accompagnare le imprese fuori da questa fase di profonda difficoltà».

Per Miceli, «le misure introdotte dal governo nazionale per contenere la diffusione dei contagi da COVID 19 hanno generato una battuta di arresto per tutto il sistema economico produttivo locale. A subire gli effetti delle ulteriori restrizioni, previste dagli ultimi DPCM, sono soprattutto il settore della ristorazione e tutto l’indotto del turismo».

La Confesercenti chiede anche un primo confronto per illustrare le proposte che Confesercenti ha strutturato nell’interesse delle categorie rappresentate.

«Catania – scrivono i rappresentanti della Confesercenti etnea – da sempre riconosciuta tra le città turistiche più apprezzate a livello internazionale, sconta il duro impatto che l’emergenza sanitaria ha prodotto in questi ultimi 7 mesi, registrando un crollo della domanda turistica che supera il 60% rispetto a quello del precedente anno. Uno scenario che ha colpito tutte le realtà che a diverso titolo concorrono ad accrescere l’appeal della destinazione Catania quale meta turistica di eccellenza, compresi gli esercizi commerciali, le attività artigianali e il comparto dei servizi».

La Confesercenti metropolitana ricorda che il comparto «nell’ultimo biennio ha registrato in Sicilia un importante trend di crescita. Un settore che rappresenta oltre il 15% del Pil Regionale e si conferma asset strategico per lo sviluppo economico locale. Dall’avvento della pandemia, i territori a bassa industrializzazione ed a prevalente vocazione turistica stanno soffrendo drammatiche conseguenze sotto il profilo della tenuta dell’imprenditorialità endemica».

«I provvedimenti di aiuto messi in campo a livello nazionale Decreto Cura Italia, il Decreto Liquidità e ora con il Decreto Ristori, cosi come le misure introdotte a livello regionale con la legge di Stabilità (Legge 9 del 2020) – lamentano Miceli e Costantino – appaiono non sufficienti a dare il giusto sostegno a commercianti, imprese turistiche e realtà artigianali che rischiano di dovere chiudere per sempre».

In conclusione, la Confesercenti etnea teme che «se i decisori politici continuano ad agire senza una strategia complessiva che preveda provvedimenti equi, si rischia di mettere definitivamente a repentaglio il futuro di tutto il tessuto economico del nostro territorio, fatto di attività di vicinato, di botteghe, di operatori della filiera del turismo che rappresentano un importante bacino occupazionale oltre che una leva strategica per lo sviluppo economico dell’intera Città di Catania».

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Redazione

La Redazione di Misterbianco 3.0

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