Al mercato del sabato i controlli dell’Asp. Ma i bagni pubblici restano chiusi Controlli del Dipartimento di prevenzione veterinaria sugli alimentaristi. Ma resta la precarietà igienico-sanitaria
Controlli a tappeto ma bagni sempre chiusi. È come si presentava stamattina il mercato settimanale del sabato a Misterbianco centro, in piazza Pertini. Personale del Dipartimento di prevenzione veterinaria dell’Asp di Catania, accompagnato dal comando di polizia locale, ha passato al setaccio il settore degli alimentaristi.
Tra le bancarelle di pesce e frutti di mare, prodotti caseari, salumi, verdure e frutta di stagione i tecnici dell’azienda sanitaria hanno fatto prescrizioni, constatato e sanzionato varie inadempienze, sequestrato alimenti la cui tracciabilità non poteva essere .
Increduli e allarmati i venditori che non si aspettavano forse una morsa così stringente, specialmente in concomitanza con le restrizioni imposte dall’emergenza pandemica. Alcuni stanno stanno valutando di ricorrere contro le sanzioni.
Ma se da un lato appare corretto l’intervento dell’Asp contro le presunte inadempienze, a tutela dell’igiene degli alimenti e della salute dei consumatori, dall’altro lato appare inadempiente il Comune di Misterbianco nell’erogazione dei servizi all’area del mercato.
Ci riferiamo ai servizi igienici dell’area mercatale. Della loro condizione ci eravamo occupati già nel mese di febbraio e la denuncia era stata ribadita una settimana dopo.
Oggi, le porte dei bagni pubblici di piazza Pertini sono sbarrate dall’allentamento del lockdown, dal mese di maggio. Da quella data, non è stato più possibile per venditori e per avventori usufruirne. Prima i commercianti potevano comunque fare ricorso ai bar della zona. Ora, a causa delle restrizioni imposte nell’ultimo DPCM, con i bar diventati “off limits”, la possibilità è tramontata.
È facile immaginare quali siano gli effetti e le conseguenze di tale situazione: operatori che spesso si ritrovano in piedi dalle prime ore del mattino costretti alla precarietà igienica. Una condizione che, in un’area pubblica, può sfociare nell’emergenza sanitaria.
Allora, se si chiede a loro, legittimamente, di osservare le prescrizioni in materia di igiene degli alimenti, è giusto pretendere lo stesso dalle istituzioni chiamate alla tutela e alla salvaguardia dell’igiene e della salute pubblica?
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