Campanarazzu, Condorelli: «Nuovi simboli che testimoniano la presenza dei Templari» La cappella medievale manifesta in modo evidente il passaggio dei monaci messaggeri del gotico

Riceviamo e pubblichiamo una nota del professore Antonino Condorelli sulle ulteriori testimonianze della presenza dei Templari nella “cappella gotica” e nella chiesa sacramentale di “Campanarazzu”

Io sono il primo ad avanzare l’ipotesi della presenza dei templari nell’acquartieramento fortificato di Monte Albo e, in mancanza di documenti originali dell’epoca (damnatio memoriae), in presenza di tentativi di ridimensionare le prove dell’esistenza dei monaci-guerrieri nel territorio in cui è nato il nostro casale, mi sono permesso di allargare l’orizzonte della ricerca “con una metotodologia scevra da pregiudizi” e che si fonda nell’individuare nel situ di Campanarazzu, presumibilmente appartenuto ai monaci del tempio, le tracce e le raffigurazioni che sicuramente in passato essi hanno utilizzato: croci patenti lobate o pomate, croci patenti inscritte in un cerchio, il simbolo della rosetta a quattro, a sei o a otto raggi (petali), il “fiore di lys” o altri segni (come la “X” della numerazione latina) disegnati all’interno o all’esterno delle strutture analizzate.

Pertanto, per confermare la loro presenza nella cappella gotica e nella chiesa sacramentale ho cercato i segni che testimoniassero il loro passaggio nelle strutture venute alla luce attraverso scavi unici che li hanno liberate dalla lava sovrastante.

Il “fiore di lys”

Ai simboli trovati e citati nel precedente articolo (pubblicato su Misterbianco 3.0), ho cercato di aggiungerne degli altri come rosette a sei raggi (Fig.1), presenti in un frammento di costruzione catalogato e conservato in un locale annesso alla cappella del crocifisso o come il fiore di lys (Fig.2) e altri simboli presenti nel bordo di una bocca di sepoltura, insieme ad altri elementi di decorazioni di “raffinata eleganza” sul bordo di marmo di un’altra bocca di sepoltura (Fig. 3.1, 3.2)

La “stella a otto punte”

A tal punto pensavo di non potere aggiungerne altro fin quando, leggendo l’articolo on line “Campanarazzu. Alle origini di Misterbianco”, mi colpisce il commento dell’articolista sulla cappella gotica dove ho letto testualmente quanto segue:

L’ambiente ha restituito gli originali fasci di colonnine con relative basi e capitelli, nonché un accenno di costolonatura di squisita fattura gotica, appartenente ad un gusto piuttosto raro in Sicilia, citando pienamente l’eleganza francese.

D’altro canto il Gotico è citato apertamente dalla presenza di un achtort, una stella ad otto punte (Fig.4) che costituiva un insolito ingresso ad una delle sepolture decorato da semplici scanalature, un simbolo molto forte e rinforzato dal trovarsi di fronte all’altare del purgatorio.

La stella a otto punte, infatti, costituisce come l’analoga forma dell’ottagono la figura intermedia per eccellenza tra il quadrato- che nella simbologia medievale rappresenta il mondo materiale- e il cerchio- simbolo invece del mondo ultraterreno – acquisendo pertanto il significato tra la vita terrena e quella ultraterrena” (Urbanfile, martedì 19 gennaio 2016).

La citazione dell’articolo mi consente, evitando interpretazioni fantasiose, di affermare che la cappella medievale, viste le strutture di “squisita fattura gotica”, manifesta in modo evidente il passaggio dei monaci messaggeri del gotico (templari) così come il telamone, trovato in essa, con la sua evidente croce nel petto.

Un altro simbolo citato nell’articolo, la stella a otto punte (Fig.4) posta di fronte all’altare del Purgatorio, rappresenta (anche se realizzato nel secolo XVII probabilmente dai monaci gerosolimitani o da altra confraternita), un elemento geometrico che racchiude concetti e significati appartenenti a culture diverse finché il cristianesimo lo assorbe con il passaggio dalle dee pagane a quella della madre di Dio, tanto da diventare un attributo mariano. I templari che dimostravano una speciale devozione per la Madonna, anche nera, avevano come emblema principale la croce della beatitudine con otto punte, che richiamano la forma di tale stella.

La stella ad otto punte conferma il legame con i templari o con le confraternite che si sono sostituite a loro,  perché essa costituisce “una chiave di proporzione (archtort) nell’architettura gotica che deriva dalle capanne di costruzione medievali” e precedentemente era stata utilizzata anche nella costruzione di chiese bizantine.

Altri elementi

Altri elementi che si possono associare al passaggio dei templari in questa contrada sono:

  • la posizione della domus (cappella fortificata con sei locali) sulla sommità di un colle che dominava la baia di Catania
  • la base ottogonale (Fig.5) della fonte battesimale posta vicino all’ingresso della chiesa di Campanarazzu, sulla quale era poggiato un piedistallo quadrato e un’acquasantiera circolare (Fig.6). L’ottagono (mondo intermedio) rappresentava il collegamento tra terra (quadrato) e cielo (cerchio)
La pala d’altare nella Chiesa del Carmine

Infine, un legame tra i templari e il nostro casale si evince dal dipinto (Fig.7) della Pala d’altare proveniente dall’antico Misterbianco e attualmente situato nella Chiesa del Carmine, in cui il pittore Giacinto Platania ricorda e rappresenta ciò che avrà visto o sentito raccontare: i monaci-guerrieri dal mantello bianco che venerano la Madonna del Carmelo (l’opera è stata realizzata nella prima metà del XVII secolo).

Antonino Condorelli

Bibliografia

M. Scalisi, Normanni, Benedettini e Templari nella valle del Simeto, Algra 2004

Sitografia

http://urbanfilecatania.blogspot.com/2016/01/campanarazzu.html

https://monasteriumalbum.it/opere-provenienti-dallantica-misterbianco

 

 

Rosario Nastasi
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Rosario Nastasi

Nasce a Misterbianco nel secolo scorso ma sfiderebbe volentieri Capitan Uncino. Si forma al Classico ma subisce il fascino delle Scienze: Biologia a Catania; Comunicazione a Cassino (Fr). Pubblicista dal 1992, è passato dalla carta stampata, alla Tv, alla radio, al web. Rugbista da giovane ma ora si logora le rotule al calcetto. C'è vita senza contraddizioni?

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